L'esistenza di Dio può essere dimostrata?

Santissima Trinità

 

Sulla Terra non esiste alcun popolo che sia ateo [a meno che non lo si obblighi con la forza, e comunque anche quando questo accade rimangono dei credenti - N.d.C.], cioè che non ammette l'esistenza della divinità; i popoli sono discordi nel determinarne la natura e gli attributi, ed anche circa la maniera di onorare tale divinità, ma tutti ammettono che vi è un Ente supremo, o che vi sono più Enti supremi, da cui dipende il governo del mondo. La credenza nella divinità è dunque universale e pertanto, nel mondo, esistono degli individui atei, ma non dei popoli.

Il consenso dell'umanità nei riguardi del problema di Dio si deve considerare universale, non soltanto nello spazio, ma anche nel tempo, giacché l'uomo deve aver posseduto il concetto della divinità in tutti gli stadi della sua civilizzazione; ciò è dimostrato dal fatto che si trovano sulla Terra dei popoli che si trovano in diverse fasi di civiltà e, presso tutti questi popoli, troviamo il concetto dell'esistenza della divinità. Orbene, questo consenso di tutto il genere umano è ritenuto dai teologi una delle prove che dimostrano l'esistenza di Dio, giacché esso parte dal fondo stesso della natura umana, e la natura non inganna; tale era anche l'opinione di Sant'Agostino. A quest'affermazione, si può facilmente obiettare che la natura, con le sue apparenze, può ingannare, e difatti ha ingannato per secoli e millenni l'umanità, facendo credere che la Terra sia immobile nello spazio, ed il Sole ed i pianeti ruotino intorno ad essa. Ma quest'obiezione, in realtà, non regge, poiché nel caso del concetto dell'esistenza di Dio non abbiamo alcuna apparenza, che potrebbe trarci in inganno, dato che dalla Divinità non riceviamo alcuna sensazione, come l'abbiamo della Terra, del Sole e dei pianeti. Comunque, la prova dell'esistenza di Dio, costituita dal consenso universale dell'umanità, non è una prova che possa dirsi razionale, cioè derivante dalla ragione, e pertanto si può mettere da parte. Un'altra prova teologica dell'esistenza di Dio è costituita dalla Rivelazione, ma anche questa è estranea alla razionalità, e di conseguenza si può mettere anch'essa da parte [posto che, comunque, la Rivelazione è essenziale per conoscere Dio - N.d.C.]

Veniamo ora ad esaminare se l'esistenza di Dio può essere provata scientificamente. Prima di tutto, dobbiamo metterci d'accordo sul significato dell'avverbio scientificamente, ed a questo proposito mi piace riportare quanto ne scrive il Petazzi: "Se scientificamente viene inteso nel senso moderno, cioè empiricamente, è impossibile provare l'esistenza di Dio. Sarebbe necessario che Dio fosse un corpo. Così Dio non si vedrà mai con alcun cannocchiale, come l'anima sotto alcun bisturi. Ma, in questo modo, nessun diritto o dovere si potrà dimostrare scientificamente, quindi lo studio delle leggi non sarebbe scienza. Nessun avvocato, nessun giurista, sarebbe scienziato. L'unica dimostrazione di un diritto sarebbe quella data dai pugni. Se scientificamente viene inteso in senso matematico, ancora Dio non si può dimostrare matematicamente; per questo sarebbe necessario che fosse un numero o una figura. Dio non si potrà mai trovare al termine di alcun calcolo infinitesimale, né al vertice di alcun teorema di Euclide. Ma, se scientificamente s'intende razionalmente, Dio si dimostra nel modo più scientifico, e con evidenza incomparabilmente superiore ad ogni evidenza fisica e matematica."

L'esistenza di Dio può essere, dunque, dimostrata con prove scientifiche, che scaturiscono dalla ragione, vale a dire che derivano da un ragionamento. Tale ragionamento viene chiamato dai filosofi e dai teologi col nome di ragionamento metafisico, per cui le prove razionali dell'esistenza di Dio vengono dette prove metafisiche. La parola "metafisica" è molto familiare ai filosofi, i quali ne conoscono pienamente il significato, ma non lo è altrettanto alle persone di media cultura. Nei vocabolari della lingua italiana, alla voce "metafisica", troviamo scritto il significato di "dottrina delle ultime e supreme ragioni delle cose; parte più alta ed astratta della filosofia, che si riferisce al soprasensibile"; ma troviamo anche registrato che "metafisica" è sinonimo di "astruseria", di "sottigliezza". Ciò dimostra che, con l'andare dei secoli, il significato della parola "metafisica" ha subito una notevole trasformazione, della quale giova parlare brevemente, affinché il lettore possa poi comprendere con chiarezza il valore dei ragionamenti metafisici. Il sostantivo "metafisica" deriva da una singolare combinazione bibliografica, dovuta ad Andronico di Rodi, il quale, nel primo secolo avanti Cristo, curò un'edizione degli scritti di Aristotele; egli propose la trattazione dei problemi più universali della filosofia a quella dei problemi che si riferiscono agli aspetti ed alle leggi della natura fisica; orbene, siccome questa trattazione aristotelica prese il nome di "fisica", l'altra fu chiamata Metafisica, il cui prefisso "meta" aveva il significato del materiale susseguirsi di un gruppo di scritti ad un altro, senza alcuna allusione al reciproco rapporto di valore del loro contenuto.

Il carattere di superiorità e di trascendenza, che è proprio delle realtà studiate dalla Metafisica, diede origine alla nuova interpretazione linguistica e si affermò soprattutto nel medioevo: al plurale troviamo applicata la parola "metaphysica" in Boezio, ed al singolare nella versione aristotelica di Averroé. Il nuovo valore etimologico che viene dato a questa parola risulta evidente dal termine di "transphysica", che la filosofia scolastica adopera come sinonimo di "metaphysica", ed è per questo mutato senso linguistico che modernamente si usa il prefisso "meta", in alcune scienze speculative. La loro sfera d'indagine si estende al di là del campo delle scienze, il cui corrispondente nome non possiede tale prefisso: così la metaphysica è la scienza che studia le realtà psichiche più profonde di quelle indagate dalla psicologia; la metastorica è la scienza che studia le leggi trascendenti, cui sono subordinati i fatti descritti dalla storia, etc.

Dal libro "Esiste Dio?" di Alfredo Mazzei